Focalizziamo ora la nostra attenzione sulla primissima fase, il periodo di allattamento esclusivo.

Il primo anno e soprattutto il primo trimestre è uno dei periodi più critici da un punto di vista nutrizionale poiché durante questo tempo la crescita è rapida e si verificano importanti modificazioni negli organi e apparati.

Il neonato presenta già sviluppati i riflessi di suzione e deglutizione, esprime la sensazione di fame piangendo e di sazietà dormendo.

Al mese di età, presenta un forte riflesso di estrusione che si estingue ai tre/quattro mesi e comincia a sviluppare le coordinazione mano-occhi. Il riflesso di estrusione è un riflesso innato che permette al neonato di espellere fuori dalla bocca tutto ciò che non è liquido.

Tra i nove e i dodici mesi afferra piccoli alimenti e comincia ad autoalimentarsi.

Mostra, in questo modo, la capacità di portare il cibo alla bocca da solo con un cucchiaio o di bere con un bicchiere, ma comunque non è ancora in grado di mangiare autonomamente.

Ci riuscirà intorno ai due anni di età, quando avrà sviluppato completamente anche le capacità visive e ciò consentirà una completa coordinazione oculo-motoria.Verso i 5-7 mesi di vita si ha scialorrea, ossia l’eccessiva secrezione salivare, che coincide con lo sviluppo della dentizione.

Cominciano i processi di maturazione ed apprendimento. In questo periodo, il bambino inizia ad avere comportamenti specifici nei confronti degli alimenti.

In questo momento, bisogna insegnare a mangiare nel senso più completo del termine: dal masticazione fino all’acquisizione di quelle abitudini alimentari che devono permanere durante il resto della vita.

Dobbiamo tenere in mente che l’educazione alimentare si attua fino ai due anni di età, qualcosa si può ancora fare entro i dieci anni. Ma ciò che si è acquisito in quei primissimi anni di rapporto con il cibo, rimane come patrimonio educativo per tutta la vita.

Io quando mi sono scontrata con questa informazione sono rimasta pensierosa per qualche giorno. Infatti Non avrei mai pensato che un bimbo così piccolo potesse già apprendere gran parte delle informazioni che rimarranno in lui per sempre anche dal punto di vista alimentare, a malapena parla e si muove traballando!

Il lattante, specialmente nella prima tappa della vita, non possiede una maturazione completa di molti organi e tessuti. L’apparato digerente presenta alcune deficienze di enzimi digestivi e di ormoni gastrointestinali. Il pancreas non secerne amilasi per la digestione dei carboidrati e i livelli di lipasi sono bassi.

La lipasi è l’enzima deputato alla digestione dei grassi.

Per quanto riguarda gli ormoni gastrointestinali, hanno tutti valori molto bassi nel neonato.

Il fegato sta terminando la maturazione di molte funzioni come la capacità di formare glucosio, sintetizzare acidi biliari, metabolizzare l’eccesso di proteine, biosintetizzare acidi grassi polinsaturi a lunga catena.

Il sistema renale non è completamente differenziato per una escrezione aumentata di sostanze o per regolare l’equilibrio acido-base.

Il sistema nervoso non solo continua a svilupparsi, ma presenta l’importante fenomeno della mielogenesi, iniziata durante la vita intrauterina.

La grande immaturità funzionale e metabolica indica una enorme vulnerabilità del neonato. In lui l’alimentazione ottimale è fornita solo dal latte materno o dalle miscele artificiali appositamente sviluppate.

dottoressa nutrizionista valentina

I fabbisogni del lattante sono superiori per unità di peso corporeo a quelli di qualunque altro gruppo di età e situazione fisiologica proprio a causa della rapida crescita, sviluppo e maturazione.

I LARN durante il primo periodo di allattamento si basano sul livello medio di energia e nutrienti contenuti nel latte umano poiché durante i primi mesi il latte materno è l’unico alimento che soddisfa le necessità energetiche e nutrizionali del lattante.

Perciò l’allattamento naturale è l’alimentazione ideale per il neonato.

Esistono preparati lattei o formule infantili elaborate partendo dal latte vaccino che viene modificato nella composizione per renderlo il più possibile simile al latte umano.

Questi tipi di formulazioni commerciali sono utilizzate come sostituti dell’alimentazione naturale in quei casi in cui non ci sia la possibilità di un allattamento naturale.

Dopo i primi mesi, a mano a mano che avanzano e terminano i processi di differenziazione e maturazione degli organi, i fabbisogni nutrizionali cambiano ed il lattante potrà incorporare alimenti che saranno abituali durante la sua vita.

Questo inserimento deve essere però graduale.

I fabbisogni energetici del lattante per kg di peso corporeo sono molto elevati: da 115 Kcal/kg a 96 Kcal/kg 0-3 anni. Per avere un parametro, nell’adulto tale fabbisogno ammonta a 30-35 Kcal/kg. Bella differenza, vero?!?

Il latte umano soddisfa la richiesta energetica grazie al suo elevato contenuto in grassi, che è il nutriente che apporta più energia: grassi 48-54%, carboidrati 38%, proteine 8%.

Anche le distinte formulazioni che sostituiscono il latte materno presentano una diversa distribuzione calorica mano a mano che il bambino crescendo passa da un allattamento esclusivo ad una alimentazione mista.

In questa fase la distribuzione dei nutrienti nel latte materno diventa grassi 30%, carboidrati 60%, proteine 10%, in cui aumenta la quota di carboidrati e proteine e diminuisce quella di grassi.

Il fabbisogno proteico del neonato è più elevato che in qualunque altra tappa della sua vita e diminuisce con l’età. Nei primi sei mesi di vita il neonato ha bisogno di una media di 2,1 g di proteine per kg peso/die.

Questo valore scende a 1,5 g/kg peso/die nel secondo semestre con una evoluzione che procede parallelamente alla velocità di crescita.

Dal punto di vista della composizione, il latte umano ha una minor quantità di grassi saturi e una maggiore di insaturi, soprattutto oleico. Inoltre contiene acidi grassi essenziali fondamentali per la maturazione del sistema nervoso e della retina.

I carboidrati sono sotto forma di lattosio. Il neonato ha limitata capacità di digestione degli amidi a causa della mancanza alla nascita dell’amilasi pancreatica per cui è raccomandabile l’assenza di amidi o farine nelle formule fino a quando non avviene la maturazione nella secrezione di questo enzima.

Ecco come elaboro il tuo percorso nutrizionale

Terminata la carrellata dei macronutrienti, analizziamo vitamine e minerali.

Il latte umano è lo schema di riferimento che permette un assorbimento ottimale sia delle vitamine sia dei minerali. Per esempio, l’assorbimento di calcio e ferro da latte umano è rispettivamente del 75% e del 70%, con il latte vaccino si scende al 20-30%.

Lo stesso purtroppo accade con le formulazioni lattee infantili.

Dove il problema è ovviato aumentando il quantitativo di micronutrienti presenti in modo da favorire il più possibile l’assorbimento della quota necessaria. Anche l’efficacia digestiva è più elevata per il latte umano.

L’apporto idrico nel neonato è fondamentale. Il neonato si disidrata con estrema facilità per diverse ragioni. Considerate le dimensioni del corpo, la sua superficie è maggiore rispetto ai kg di peso. Lo spessore cutaneo è inferiore, per cui le perdite per traspirazione sono maggiori.

Il neonato non ha sviluppato completamente la capacità di concentrare l’urina per cui ha bisogno di maggiori quantità di acqua rispetto all’adulto per sciogliere le sostanze da eliminare.

L’acqua per le necessità del lattante proviene dal latte materno o artificiale ma in caso di elevate temperature ambientali, stati febbrili o diarrea bisogna somministrare acqua come tale per evitare la disidratazione.

E’ chiaro quindi che tutte le esigenze nutrizionali del lattante fino all’inizio dello svezzamento vengono soddisfatte attraverso l’allattamento al seno oppure formula lattea.

Queste sono sviluppate ad hoc. Per quanto riguarda l’allattamento materno è necessario preoccuparsi della salute e dell’alimentazione della mamma per evitare che sia lei ad andare incontro a deficit, carenze o deperimento delle riserve corporee.

Ciò non significa che la mamma deve mangiare per due poiché da un punto di vista energetico l’incremento durante la fase di allattamento esclusivo è di solo 500 Kcal al giorno.

Che credetemi non è tutto questo dispendio, per cui andiamoci piano se non vogliamo vedere la bilancia crescere senza nessuna utilità né per la mamma né per il bambino.

Invece molto importante è la scelta degli alimenti che la mamma compie affinché possa soddisfare tutte le sue necessità nutrizionali.

Infatti in questa fase la donna presenta un fabbisogno aumentato per molti nutrienti e sicuramente per l’apporto idrico, grande alleato dell’allattamento e della buona salute materna.

Questo argomento lo affronteremo nella sezione dedicata.