La gravidanza è una condizione fisiologica durante la quale i bisogni nutrizionali sono aumentati.
E’ necessario infatti coprire sia le necessità nutritive della gestante sia i fabbisogni di crescita e sviluppo del feto e delle strutture quali placenta, feto, ghiandole mammarie, sangue.
Inoltre, la madre costituisce depositi energetici in grado di soddisfare le richieste che si presenteranno al momento del parto e durante l’allattamento. Gli errori nutrizionali durante la gravidanza si ripercuotono sulla salute della madre e del neonato durante questo periodo e nel proseguimento della vita di entrambi. Infatti l’alimentazione ottimale in gravidanza è uno strumento di benessere per la mamma e di prevenzione per il piccolo.
Esiste una relazione diretta tra la qualità dell’alimentazione seguita dalle madri nel periodo pre-parto e la condizione fisica del neonato. Un altro fattore molto importante è lo stato nutrizionale della madre prima della gravidanza: se le riserve organiche sono buone potranno servire da adeguati depositi a cui attingere per supplire a possibili carenze durante questo periodo.
Cosa succede al corpo della donna? Accade un vero e proprio sconvolgimento e in particolare si verifica
- l’incremento della fame e della sete per soddisfare i maggiori fabbisogni nutrizionali
- l’incremento del peso materno che oscilla dagli 8,5 ai 12,5 kg. La variazione fisiologica di peso corporeo dipende dal peso della madre al momento del concepimento. Tale aumento dovrebbe verificarsi dalla 12° settimana con una impennata nell’ultimo trimestre. Questo è quello che per esperienza ho visto accadere nelle donne che ho accompagnato in questa straordinaria fase della loro vita. Tuttavia, da manuale l’incremento dovrebbe avvenire in maniera più o meno lineare dalla 12° settimana in poi con un aumento soprattutto nel secondo trimestre. Il mio consiglio è quindi quello di prestare sempre attenzione perché ci possono essere settimane in cui si ha un accumulo importante di peso e settimane di peso stazionario. Inoltre, l’ultimo trimestre gioca spesso brutti scherzi.
Tale incremento di peso è dovuto allo sviluppo del feto, dell’utero e a quello degli annessi embrio-fetali rappresentati da placenta e liquido amniotico. Si verifica inoltre un incremento della ritenzione idrica e dei depositi adiposi materni. Se dovessimo dare dei numeri per farci un’idea della distribuzione, circa 5 kg sono del feto e degli annessi embrionali (dipende sempre anche dal peso del bimbo alla nascita) e circa 4 kg sono i depositi materni.
Il significato fisiologico di questo grasso di deposito è di assicurare l’allattamento rappresentando una riserva energetica in grado di coprire eventuali carenze materne e la produzione di latte che presenta una componente grassa rilevante.
- La diminuzione della motilità gastrointestinale e il rilassamento del cardias, zona di passaggio dall’esofago allo stomaco controllato da uno sfintere. Questi cambiamenti influiscono nella comparsa di bruciori, vomito e stipsi. Può essere di aiuto una adeguata masticazione, mangiare lentamente ed evitare di coricarsi subito dopo i pasti.
- L’aumento del consumo di ossigeno dovuto al metabolismo del feto, della placenta e delle ghiandole mammarie. Durante la gravidanza aumenta la ventilazione polmonare aumentando così il volume di aria inspirata. Inoltre, l’utero in crescita spinge sul diaframma rendendo difficoltosa la respirazione. Il diaframma si alza circa 4 cm rendendo ancor più difficoltosa la respirazione. Tale condizione prende il nome di dispnea fisiologica della gestante.
- Si verifica poi l’aumento del metabolismo basale.
- Talvolta alterazioni della tolleranza al glucosio producendo il cosiddetto diabete gestazionale.
- Difficoltà nel metabolismo dell’acido folico.
- Maggior consumo di nutrienti come conseguenza dell’aumento del loro assorbimento e/o diminuzione della loro escrezione.
- Prevalenza di anabolismo con accumulo di proteine, grassi e calcio.
- L’utero va incontro a ipertrofia cellulare indotto dal progesterone con allungamento delle fibre endometriali nell’ultimo trimestre per facilitare l’uscita del feto.
Carenze nutritive possono limitare tale crescita.
- Si verifica poi dilatazione degli ureteri come conseguenza di una compressione meccanica sul tratto intrapelvico. Il flusso plasmatico renale aumenta ed è maggiore anche il filtrato glomerulare. E’ presente pollachiuria che significa una maggiore frequenza della minzione senza aumento del volume giornaliero delle urine. La necessità di andare in bagno 2000 volte facendo un goccio di pipì ogni volta.
- Aumento del volume ematico causato principalmente da incremento del plasma. Al contrario la componente corpuscolare del sangue (eritrociti, leucociti…) cresce meno provocando spesso anemia o emodiluizione.
- La pressione sanguigna deve mantenersi a livelli normali, sebbene può prodursi la sindrome da ipotensione supina causata dalla pressione esercitata dall’utero sulla vena cava provocando un rallentamento nel ritorno venoso. Si manifesta con nausea, tachicardia, sudorazione nelle donne che rimangono in posizione supina. Come risolverla? Mettendosi sdraiate lateralmente sul fianco sinistro.
- L’apparizione di edemi è frequente soprattutto nel corso del 3° trimestre ed è associato a volte alla comparsa di ipertensione arteriosa o carenza di proteine. Purtroppo l’eliminazione del sale dalla dieta non evita né riduce l’apparizione degli edemi. Non esiste infatti trattamento dietetico in grado di risolverli e solo un adeguato risposo aiuta la loro evoluzione.
- La compressione dell’utero sui vasi pelvici può provocare la comparsa di varici ed emorroidi.
Letto tutto questo, dobbiamo fare una constatazione importante: bisogna che la donna sia consapevole di quali nutrienti sono indispensabili per supportare adeguatamente tutto questo sconvolgimento. Soprattutto per il fatto che tutto ciò che il feto non riceve come nutriente dal cibo lo prende dalla madre depauperandone le riserve. Ecco che spesso dopo una o più gravidanze il corpo della donna inizia letteralmente a “sgretolarsi” e si ritrovano in esso tante carenze nutrizionali. Purtroppo il buon detto “mangia per due” non vale, bisogna sapere cosa mangiare. Allora iniziamo a scoprirlo!
- ENERGIA
La gestante presenta un aumento delle necessità energetiche. Questo incremento serve a sostenere il fabbisogno metabolico della gravidanza dato dall’accrescimento materno e fetale, e per far fronte allo sforzo fisico aggiuntivo richiesto alla madre per mantenere un’attività fisica normale in queste condizioni. La copertura del fabbisogno energetico è raggiunta spontaneamente con aumento dell’assunzione di alimenti durante la gravidanza. Attenzione a non eccedere infatti l’aumento di calorie giornaliere è più o meno di 300 Kcal, che fidatevi è davvero una sciocchezza. Io consiglio di stare più attente alla qualità dei nutrienti introdotti piuttosto cha alla necessità di introdurre più energie. Consiglio anche di controllare settimanalmente il peso corporeo in modo che si può man mano aggiustare la tabella di marcia modificando la dieta.
- PROTEINE
La gestante ha un maggior fabbisogno proteico per sostenere la sintesi dei tessuti materni e fetali. La dieta occidentale offre un buon apporto proteico, tuttavia, la gestante si rifugia spesso nel carboidrato più o meno raffinato a causa delle voglie, dell’acidità e dei bruciori di stomaco, per evitare gli odori sgradevoli della cottura di carne e pesce, per una coccola quando prende il sopravvento lo sconforto… insomma ci sono davvero mille occasioni per cui è bene fin dall’inizio mettere ordine e capire come gestire i fastidi digestivi per evitare che il carboidrato dell’ultimo minuto faccia impennare il peso corporeo e si arrivi ad una carenza proteica. Ci ricordiamo tutti quali sono gli alimenti proteici? Carne, pesce, uova, formaggi, legumi, frutta secca.
- LIPIDI
I lipidi e in particolare alcuni acidi grassi essenziali contenuti nel latte materno sono fondamentali nello sviluppo del sistema nervoso e della retina. Fra questi risalta l’acido grasso DHA. Durante la gestazione , il grande sviluppo del sistema nervoso esige un importante apporto di questo acido che viene sintetizzato soprattutto nel fegato e nella placenta e attraverso quest’ultima viene reso disponibile al feto.
Nonostante la biosintesi, il suo apporto è così importante che è positivo poter disporre di una fonte addizionale per assicurarne il corretto apporto. Questo risultato si ottiene includendo nella dieta della gestante il pese e in particolare salmone, sgombro, sardine, aringhe, tonno e alici. Le altre fonti alimentari ne hanno un contenuto molto ridotto.
- VITAMINE
Eccetto la vitamina A e K, tutte le altre presentano un aumentato fabbisogno durante la gestazione e per i valori molto più elevati meritano una speciale attenzione l’acido folico e la vitamina D.
L’elevato fabbisogno di acido folico, più del doppio rispetto alla non-gestante, è dovuto al suo coinvolgimento diretto nella fase iniziale della sintesi degli acidi nucleici che è particolarmente aumentata a causa dell’elevato ritmo di replicazione cellulare e per l’aumento dell’escrezione urinaria della madre.
Un deficit nell’apporto di acido folico è causa di anemia megaloblastica nelle gestanti e può provocare malformazioni del tubo neuronale del feto. Questa è la parte del feto che dà origine al cervello, alla scatola cranica e al midollo spinale. La dieta della gestante deve contenere alimenti ricchi in questa vitamina quali verdura a foglia verde, semi di sesamo e frutta secca. Il lievito disidratato ne è una fonte importante.
Attenzione però questo non è sufficiente poiché il tubo neurale si chiude entro 30 giorni dal concepimento, spesso quindi in un momento in cui la donna non sa neanche di essere in gravidanza.
E’ evidente quindi l’importanza dell’assunzione giornaliera di acido folico in tutte le donne che abbiano programmato una gravidanza o che non ne escludano la possibilità. In questo caso bisognerebbe fare un’integrazione con 400 mg/die nei tre mesi precedenti. Con questa assunzione si riesce a ridurre fino ad un 71% il rischio di neonati malformati nei casi di donne con un precedente evento di malformazione del feto. Purtroppo il 90% delle malformazioni avvengono nella prima gravidanza. Ecco perché si consiglia l’integrazione a tutte. Inoltre la somministrazione di acido folico non comporta controindicazioni.
La vitamina D ha un ruolo chiave nel corretto assorbimento di calcio, altro nutriente critico durante la gravidanza. Gli alimenti ricchi di vitamina D sono i pesci e i formaggi grassi. Tuttavia, il vero “alimento” per soddisfare il fabbisogno di questo nutriente è il sole con i suoi raggi diretti sulla nostra pelle al livello della quale ne stimola la biosintesi endogena.
- MINERALI
Il fabbisogno di calcio è aumentato per sostenere la calcificazione ossea fetale oltre alle limitate necessità della madre stessa. La maggior parte della fissazione del calcio avviene nell’ultimo mese. Gli alimenti che ne sono più ricchi sono acqua calcica, per cui consiglio di bere ogni giorno 1,5-2 litri di acqua oligominerale alternata a quella bicarbonato calcica.Le altre fonti sono rappresentate da latte e derivati, legumi, frutta secca e semi oleosi, molluschi, uova e verdure. Tali alimenti devono essere assunti abitualmente dalla gestante.
Se l’apporto di calcio con la dieta non è sufficiente non sempre induce disturbi nel feto però può provocare un’eccessiva demineralizzazione ossea della madre.
Anche per il fosforo si registra un incremento del fabbisogno giornaliero, tuttavia, una dieta equilibrata fornisce sempre le quantità necessarie previste per qualunque condizione fisiologica.
Il ferro invece presenta un notevole incremento per la somma delle necessità materne e fetali, soprattutto in seguito all’aumentata produzione di eritrociti.
Nel feto il ferro è richiesto non solo nella formazione di molecole come l’emoglobina e la mioglobina ma anche per formare un deposito epatico di ferro. Questa riserva sarà mobilizzata durante la vita neonatale per compensare la bassa concentrazione di questo elemento nel latte materno. Purtroppo, spesso solo con gli alimenti non si riesce a colmare il deficit per cui è necessaria una integrazione farmacologica.
Altro importante elemento è lo iodio. Non tanto perché durante la gravidanza siano richiesti livelli di assunzione particolarmente elevati bensì perché un deficit di iodio può provocare gravi problemi al feto soprattutto al sistema nervoso, con conseguenti gravi deficit intellettuali. La semplice utilizzazione del sale iodato previene questi deficit.
Guardati insieme i nutrienti, spostiamo l’attenzione sui fastidi digestivi e su quali strategie utilizzare.
Chiediamoci quindi cosa possiamo fare contro
NAUSEA E VOMITO
l’incidenza di questa situazione è estremamente varia. Sono più frequenti fra la sesta e la nona settimana e scompaiono di solito tra la dodicesima e la sedicesima. Non se ne può escludere però la presenza per l’intera durata della gravidanza. Qualche consiglio per limitarne gli effetti sgradevoli.
- Consumare alimenti contenenti carboidrati e pochi lipidi. mangiare di frequente piccole quantità di cibo e bere acqua lontano dai pasti. Si intercorre in carenze nutrizionali solo quando il vomito è molto frequente.
- Spesso il vomito si presenta nella prima metà della giornata. Può quindi essere utile assumere la maggior parte degli alimenti nella seconda metà della giornata.
- Prima di un pasto può aiutare l’ingestione di piccole quantità di pane tostato.
- Ridurre e minimizzare gli odori che provocano nausea e vomito. Per esempio, la carne bollita produce meno odore ed è più digeribile di quella cotta alla piastra o al forno.
- Gli alimenti freddi sono meno aromatici di quelli caldi.
ALTERAZIONI DEL GUSTO
Durante la gravidanza è frequente il rifiuto di alimenti che erano graditi in precedenza, soprattutto cibi fritti, grassi, caffè e tè. Allo stesso tempo, altri cibi, anche non frequenti nella dieta, sono particolarmente amati dalla gestante. Al momento non si conoscono i principi scientifici che regolano queste situazioni.
ACIDITA’ GASTRICA
Il reflusso gastro-esofageo che produce acidità più o meno fastidiosa può verificarsi già dal terzo mese anche se l’incidenza è maggiore nel terzo trimestre quando l’utero, le cui dimensioni sono significativamente aumentate, inizia ad esercitare una certa pressione sullo stomaco. Il risultato è un rallentamento dello svuotamento gastrico e il rilassamento del cardias che provoca i fastidi noti come “bruciori”.
Cosa fare?
- Non tenere lo stomaco vuoto per molto tempo ma consumare frequenti piccoli spuntini.
- Evitare gli alimenti che stimolano la secrezione gastrica (brodo con estratti di carne, grassi cotti). Al contrario i grassi crudi esercitano un effetto protettore sulla parete gastrica.
- E’ necessario controllare il consumo di caffè, tè, spezie e alimenti integrali.
- Il latte aiuta a limitare questi disturbi.
- Masticare adeguatamente, mangiare lentamente ed evitare di coricarsi subito dopo i pasti.
STIPSI
E’ dovuta principalmente al rallentamento della motilità intestinale e alla pressione esercitata dall’utero. E’ una situazione molto frequente durante la gravidanza ed è accompagnata spesso da emorroidi dovute allo sforzo muscolare esercitato nell’atto della defecazione. Una dieta ricca di fibre e liquidi fornisce un valido aiuto, mentre si deve evitare l’uso di lassativi per non rischiare di stimolare le contrazioni uterine.
Per tutte le condizioni patologiche quali ipertensione, diabete gestazionale, anemie tra le più frequenti, è necessario rivolgersi al ginecologo.
Gli ultimi punti che vorrei affrontare su questo tema sono le anomalie di peso corporeo della mamma.
Purtroppo una condizione di eccesso di peso corporeo espone il bambino ad una serie di complicazioni tra cui
- Diabete gestazionale
- Ipertensione arteriosa
- Macrosomia fetale
- Infezioni urinarie
- Abortività
- Difetti del tubo neuronale
- Malformazioni cardiache
- morte endouterina fetale
- ulteriori problemi durante il parto
E’ possibile seguire un regime dimagrante durante la gravidanza a patto che questo sia equilibrato e comprenda tutti i nutrienti necessari a sostenere la salute della donna e del bambino. Inoltre, salvo controindicazioni ginecologiche, è possibile svolgere regolare attività fisica con una persona professionalmente competente.
Se l’eccesso di peso deve essere evitare, anche un peso inferiore alla norma è ugualmente rischioso.
La soluzione non è quella di aumentare le quantità di cibo da ingerire, ma di arricchire energeticamente i volumi degli alimenti assunti. Fare quindi in modo che in un egual volume di cibo siano presenti maggiori quantità di quei nutrienti importanti per la gravidanza e che siano più energetici. Quali rischi? Una riduzione della crescita fetale, soprattutto se l’ipo-nutrimento avviene nel primo trimestre di gestazione.
Si ha poi un ridotto peso alla nascita, con una differenza nella proporzione del corpo a secondo del momento gestazionale in cui si verifica la carenza nutrizionale. Se essa accade nel primo trimestre, il feto presenta comunque proporzione normale nel corpo, dal secondo trimestre in poi invece le proporzioni sono sempre più sbilanciate con una predominanza della testa a discapito del tronco. Il bimbo conserva poi spesso un peso ridotto anche al primo anno di vita. Purtroppo vi sono diversi studi che mettono in relazione l’iponutrizione fetale con una serie di condizioni patologiche della vita adulta, come una maggiore incidenza di ipertensione arteriosa, diabete mellito di tipo 2 e dislipidemie.
Ecco come elaboro il tuo percorso nutrizionale