Se immaginiamo le patologie come la punta di un iceberg alla cui base coesistono tanti fattori che predispongono la persona allo sviluppo di essa e tanti altri che ne sono la causa scatenante, ecco dobbiamo pensare che il modo in cui mangiamo occupa buona parte di questa base.

Infatti ciò che introduciamo nel nostro organismo (e pensiamo a quante volte al giorno mettiamo qualcosa in bocca!) può proteggerci o predisporci allo sviluppo della maggior parte delle malattie che ci vengono in mente.
Con questo non voglio assolutamente affermare che il cibo sia la cura delle malattie, ma che può essere un’arma preziosa nella prevenzione, nei primi stadi di comparsa dei sintomi clinici e un valido aiutante nel momento in cui si inizia una cura farmacologica.
Infatti il termine “malato” deriva dal latino malus-actus cioè “agire erroneamente”: le abitudini sbagliate concorrono allo sviluppo di una malattia.
Infatti spesso accade che l’introduzione di una dieta e uno stile di vita adeguati per la propria condizione clinica migliora la sintomatologia e porta a una modificazione della terapia farmacologica con una riduzione di dosaggio o di frequenza di assunzione del medicinale in questione.
E chi fa cure continuative sa bene che rivoluzione quotidiana voglia dire questa affermazione.
Lungi da me però fare false promesse e facili illusioni.
Infatti bisogna essere disposti a cambiare e a prendersi cura di se stessi affinché un tale percorso sia efficace.
Non dico che sia difficile da seguire, tutt’altro è costruito sulle abitudini alimentari della persona in modo che sia più semplice possibile da introdurre nella quotidianità, tuttavia ci vuole impegno e dedizione per ottenere i risultati.
In questo percorso siamo una squadra dove ognuno farà la propria parte per vincere insieme!
Ippocrate, il padre della medicina, affermava che “Tutte le malattie nascono nell’intestino”.
Analizziamo allora quali patologie possiamo controllare insieme con un percorso nutrizionale adeguato.
Patologie metaboliche
Diabete e alterata sensibilità al glucosio, dislipidemie, iperuricemia e gotta, sindrome metabolica.
Le patologie metaboliche sono associate al metabolismo di nutrienti assunti con la dieta quali i lipidi, i trigliceridi, il glucosio e gli acidi urici.
Anche in questo caso può essere presente oppure no una predisposizione genetica, ma in tutti esiste una forte associazione con la dieta, l’inattività e il sovrappeso e l’obesità.
La notizia confortante, confermata da numerosi studi scientifici, è che la diminuzione del 10% del peso corporeo rispetto al peso di partenza porta ad un miglioramento dei parametri ematici legati a ciascuna delle patologie metaboliche.
I dati migliorano ulteriormente se tale calo ponderale è seguito anche da un cambiamento nello stile di vita e introduzione dell’attività fisica.
C’è quindi tanto margine di lavoro per aiutare l’organismo a contrastare le patologie metaboliche sia in una fase di prevenzione sia in presenza di patologia conclamata.
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Obesità e sovrappeso
Una delle caratteristiche che mi stupisce di più dell’obesità è il fatto che esistono due tipi di obesità: quella genetica e quella di educazione (la più diffusa).
Ciò significa che nella maggior parte dei casi si è predisposti a prendere peso non per le caratteristiche dei geni con cui si nasce, ma bensì per le abitudini alimentari che vengono trasmesse nel nucleo famigliare e che vengono consolidate durante la vita.
Anche nel momento in cui è presente una predisposizione genetica, l’educazione alimentare che si riceve fin da piccoli può contrastare o agevolare lo sviluppo di questa patologia.
Purtroppo è ormai noto e confermato da una miriade di studi scientifici che il grasso non è semplicemente un cuscinetto di deposito ma un vero e proprio organo endocrino che produce ormoni e molecole infiammatorie di varia natura.
Le conseguenze sulla salute dipendono dal sito corporeo di localizzazione.
Il grasso più pericoloso per la salute è il grasso addominale.
Vi siete mai chiesti perché?
Nell’addome risiedono la maggior parte degli organi e credetemi sono davvero tanto indaffarati per tenerci in vita.
Ecco pensate a ogni organo come un manager in una importantissima riunione di lavoro in cui ogni organo/manager deve dare il suo fondamentale contributo dialogando con gli altri organi/manager in maniera ordinata in modo da non perdere informazioni.
Ecco immaginiamo ora che durante questa riunione arriva un’ondata di bambini urlanti.
Cosa succede?
Il grasso addominale, quindi il grasso che si posizione intorno ai nostri organi, produce continuamente molecole che disturbano il dialogo degli organi circostanti.
Maggiore è il quantitativo di grasso, maggiore è il numero di molecole che vengono secrete e maggiore sarà l’entità del danno che apportano.
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Ipertensione e patologie cardiovascolari
L’ipertensione arteriosa è caratterizzata da un innalzamento dei valori della pressione arteriosa a riposo rispetto agli standard fisiologici.
E’ una delle malattie più diffuse nei paesi industrializzati e fortemente legata alle abitudini alimentari, al peso corporeo, allo stile di vita, alla sedentarietà e inattività e allo stress.
Purtroppo è un nemico spesso silenzioso che degenera in complicanze severe e di frequente letali.
Fortemente legate ad essa sono le patologie cardiovascolari che racchiudono sia malattie del cuore sia dei vasi sanguigni che possono essere di natura genetica, causate da infezioni virali oppure determinate dalla quotidianità della persona.
Il controllo del peso corporeo, uno stile di vita attiva e corretto sono le armi a nostra disposizione per contrastare questo gruppo di malattie.
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Salute dell'intestino e disturbi dell'apparato digerente
Colon irritabile, stipsi, gonfiore e meteorismo, gastrite e reflusso, disbiosi intestinale, sibo, alterata permeabilità intestinale.
In questo gruppo di patologie più che in ogni altro è fondamentale curare oltre le manifestazioni cliniche e subcliniche anche le cause, anzi oserei dire soprattutto le cause poiché se sta bene il sistema digerente c’è un’alta probabilità che anche il resto dell’organismo goda di buona salute. Ormai è sempre più evidente come ogni patologia cronica abbia una sua stretta correlazione con l’intestino.
Infatti la parete intestinale è una delle barriere principali che controlla il transito fra gli agenti esterni al corpo e l’interno di esso.
La barriera intestinale è formata da vari strati: il muco, il microbiota, il sistema immunitario associato alla mucosa e gli enterociti con le loro strette giunzioni.
Partiamo proprio da quest’ultime.
Infatti le cellule che compongono la barriera intestinale sono strettamente legate le une alle altre poiché devono avere un controllo minuziosissimo su ciò che le può attraversare per entrare nel circolo ematico e ciò che invece deve essere allontanato dal nostro organismo attraverso le feci.
Una dieta e uno stile di vita sbagliato danneggiano ogni componente della barriera intestinale e in particolare le cellule intestinali e le loro giunzioni per cui queste diventano sempre più lasse perdendo il controllo di ciò che le attraversa.
In tal modo tutta una serie di patogeni introdotti con il cibo, sostanze tossiche o dannose, molecole mal digerite invece che essere eliminate con il bolo fecale, oltrepassano la barriera intestinale, giungono al circolo ematico e da qui vengono trasportate in giro per il nostro organismo.
In base a dove si accumulano provocano danni specifici. Inutile dire che ciò che mangiamo è strettamente correlato alla salute dell’intestino.
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Patologie del fegato, vie biliari e pancreas
Steatosi epatica, calcolosi della colecisti
Il fegato è uno degli organi più importanti, si da un gran da fare affinché tutto l’organismo funzioni bene.
In dettaglio produce:
-
- la bile che rende i grassi assorbibili dall’intestino,
- il glucosio per nutrire tutte le cellule dell’intero organismo,
- il colesterolo che, per quanto ci sembri uno dei nostri principali nemici, in quantità fisiologiche, è indispensabile per la formazioni di alcuni ormoni (fra i quali quelli sessuali) e della parete di ogni cellula,
- produce i trigliceridi,
- i fattori di coagulazione, durante la gestazione i globuli rossi del feto, distrugge le sostanze che non servono, tossiche o dannose.
Insomma ha davvero una molteplicità di funzioni. Attraverso una dieta sbilanciata si può far ingrassare il fegato senza neanche rendersene conto e man mano che diventa grasso (ossia steatosico) perde le sue normali funzioni.
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Infiammazioni articolari e fibromialgia
Il cibo ha un grande ruolo nel meccanismo di infiammazione.
Infatti all’interno di quasi tutti gli alimenti a cui si possa pensare ci sono molecole pro-infiammatorie o anti-infiammatorie.
Attraverso un uso consapevole di essi si può abbassare il livello di infiammazione dell’intero organismo e del singolo distretto corporeo.
Inoltre, l’accumulo di adipe è esso stesso un fattore pro-infiammatorio poiché le cellule adipose rilasciano nell’ambiente circostante e nel circolo ematico tutta una serie di molecole pro-infiammatorie.
In tal senso il mantenimento del normopeso diminuisce l’infiammazione cronica.
Tutto questo si traduce in una diminuzione della severità e della frequenza di manifestazione degli eventi dolorosi e di conseguenza della cura farmacologica.
Chiaro è che tanto dipende dalla gravità della patologia a cui si è soggetti.
In particolare la fibromialgia, nella molteplicità delle manifestazioni cliniche da cui è caratterizzata, presenta anche disturbi intestinali e in particolare colon irritabile.
In tal caso la terapia alimentare oltre che a tenere controllato lo stato infiammatorio generale si prende anche cura dell’intestino.
Osteoporosi
L’osteoporosi è una malattia caratterizzata dalla fragilità ossea.
La sua comparsa è associata a fattori non influezabili come il sesso femminile, l’età, la razza e la famigliarità, a fattori parzialmente influenzabili, come la menopausa, uso di alcuni farmaci, patologie endocrine e reumatologiche e fattori su cui si può lavorare sia in fase di prevenzione sia di manifestazione clinica.
Una volta che la patologia è conclamata essa non si può curare attraverso la dieta e lo stile di vita, ma si può rallentare il peggioramento.
Infatti è legata ad un peso corporeo troppo basso, a una dieta povera di proteine, calcio, vitamina D e fosforo e ricca di antinutrienti che ne ostacolano il corretto assorbimento, inattività fisica, fumo, consumo eccessivo di caffè e alcool.
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Infezioni dell'apparato urinario
Candidosi, cistiti, calcoli renali
Le infezioni urinarie si scatenano per la presenza di patogeni all’interno dell’apparato urinario.
Le donne ne soffrono più degli uomini: il 40-50% di esse ne soffre almeno una volta nella vita e purtroppo spesso questi episodi si ripetono nel tempo.
Sono normalmente causate dalla discesa di batteri che risiedono nell’intestino fino all’apparato urinario, per esempio gli Escherichia coli che, a seconda di dove si localizzano, provocano cistite, uretrite, prostatite e nei casi più gravi pielonefrite.
Questo transito è favorito per lo più da una disbiosi intestinale.
Quindi oltre che a curare la manifestazione dell’infezione in atto, bisogna preoccuparsi di debellare la causa scatenante altrimenti il problema non viene risolto ma semplicemente rimandato.
Infatti finché non viene curata la disbiosi si continua a correre il rischio di infezioni urinarie ricorrenti.
Oltre che dai batteri, le infezioni urinarie possono essere provocate anche da lieviti, come per esempio la Candida albicans e altre specie, che risiedono all’interno delle mucose dell’organismo umano, partecipano alla digestione degli zuccheri e finché il nostro sistema immunitario riesce a tenerle sotto controllo non portano a manifestazioni cliniche.
Una dieta sbilanciata in glucidi soprattutto raffinati e/o una diminuzione dell’efficienza del sistema immunitario portano ad un aumento delle loro colonie e di conseguenza alla patologia. Una dieta equilibrata e modifiche mirate dello stile di vita sono grandi alleati per sconfiggere le infezioni urinarie.
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Intolleranze genetiche e allergie alimentari
Nichel, intolleranza al glutine, celiachia, intolleranza al lattosio
Nel caso delle intolleranze genetiche e delle allergie alimentari è indispensabile conoscere il fattore scatenante la reazione immunitaria attraverso specifici test diagnostici e costruire tutto il percorso alimentare sulla base del risultato.
Se si ha il dubbio di avere qualche disturbo legato a Nichel, lattosio o glutine oppure se si hanno segni e sintomi che sembrano inspiegabili, è necessario un consulto con una anamnesi clinica e familiare accurata in modo da decidere se procedere con i test diagnostici per definire il tipo di allergia o intolleranza genetica.
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Salute della bocca
Alitosi, carie ecc
Oltre ad una accurata igiene, la salute della bocca dipende anche da ciò che si mangia. Ben noto è che dolci, zuccheri raffinati, bibite gassate, predispongono allo sviluppo di carie, ma importante è anche la consistenza del cibo, infatti alimenti appiccicosi, gelatinosi che aderiscono al dente richiedono un’igiene maggiore per evitare che ne rimangano tracce producendo un ambiente fertile per lo sviluppo di patogeni.
Vi sono poi cibi che per le loro caratteristiche in micro e macronutrienti proteggono i denti come calcio, fosforo, vitamina D, caseina.
Indispensabile è poi l’acqua per una corretta salivazione.
Infine frutta, ortaggi e verdura di consistenza dura possono fungere da “spazzolini” quando siamo fuori casa, infatti puliscono i denti e mantengono sane le gengive.
Infine l’alitosi è legata all’intero processo digestivo, quindi spesso una sua comparsa è riconducibile ad una scarsa salute dell’intestino o ad un percorso digestivo difficoltoso.
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Patologie autoimmuni
Le patologie autoimmuni si scatenano a causa di disfunzioni del sistema immunitario che inizia a riconoscere come estraneo componenti dell’organismo stesso, scatenando una vera e propria risposta immunitaria.
Purtroppo le cause rimangono sconosciute e le cure farmacologiche non portano a risoluzione del problema ma solo al controllo delle manifestazioni.
Cosa si può fare con il cibo?
Seguire una dieta bilanciata e antinfiammatoria, utilizzare integratori studiati ad hoc per ogni tipo di patologia autoimmune e per le esigenze della persona e mantenersi sani quindi associare a questo anche un esercizio fisico regolare e limitare le fonti di stress poiché aumentano l’infiammazione cronica silente dell’organismo provocando un peggioramento anche nelle manifestazioni della patologia autoimmune a cui si è soggetti.
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Malattie della pelle
Le malattie della pelle possono essere di diverso tipo e spesso con il termine dermatite vengono racchiuse tante forme con origine e manifestazione differenti.
Sicuramente bisogna sempre far riferimento al dermatologo per definire il percorso diagnostico e terapeutino.
Tuttavia, spesso sono di natura infiammatoria, autoimmune o legate ad allergie quindi sempre disfunzioni del sistema immunitario.
A questo livello possiamo dare un aiuto anche con l’alimentazione non con la pretesa di curare le malattie della pella, ma con l’obiettivo di migliorare la sintomatologia.
Oltre che prendersi cura del sistema immunitario abbassando il più possibile il grado di infiammazione, ci si preoccupa anche della salute dell’intestino attraverso la scelta dei cibi e dei probiotici.
Infatti la pelle è spesso specchio della salute dell’intestino e del processo digestivo.
Infine si studia l’apporto mirato di micro e macronutrienti legato al benessere della pelle.
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Cefalee
Il cibo purtroppo non ne è la cura, tuttavia esistono alimenti che ne scatenano l’attacco.
Inoltre, alcune carenze alimentari come per esempio uno squilibrio tra l’apporto di omega 3 e omega 6 incrementano la frequenza di manifestazione.
Infine, una cattiva digestione, senso di nausea, iperalimentazione, una idratazione inadeguata favoriscono l’insorgenza degli eventi.
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