La fibromialgia (FM) è una sindrome clinica complessa ad eziologia sconosciuta, caratterizzata da una condizione di dolore cronico, generalizzato, non articolare, che coinvolge prevalentemente i muscoli degli arti e quelli del dorso.
Tipica inoltre l’ipersensibilità a livello di alcuni punti predefiniti, detti trigger points, nei quali non sono dimostrabili alterazioni organiche di alcun tipo.

Il dolore è cronico e continuo, anche se può essere acuto nelle ore del mattino e della sera, in particolare nella regione del tronco.
Il dolore può poi essere aggravato dai carichi, dalla posizione mantenuta a lungo, dallo stress emotivo e dal cambiamento climatico.
Tutti i sintomi sono aggravati dal freddo e dall’umidità. Oltre al dolore, si presenta anche la rigidità delle articolazioni, presente al risveglio mattutino.
Nella maggior parte dei pazienti migliora nel corso della giornata.
La fibromialgia può poi essere correlata ad astenia, disturbi del sonno, intorpidimento degli arti, depressione, ansia, , mal di testa e sensazione di gonfiore delle mani.
Ci possono anche essere disfunzione del sistema nervoso autonomo. Infatti altre manifestazioni cliniche sono sudorazione, tachicardia, problemi intestinali e disturbi digestivi.
Vi è spesso un’alterazione anche a livello di forza e la resistenza muscolare.
Le forze dei muscoli lombari e di quelli toracici sono significativamente ridotte.
E’ una patologia che nell’80-90% dei casi colpisce le donne soprattutto in un’età compresa fra i 40 e i 50 anni.
Dal punto di vista eziopatogenetico ha una base genetica ancora sconosciuta.
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L’esordio clinico della malattia si verifica improvvisamente in persone predisposte dopo un intervento chirurgico o un grave stress post-traumatico, un incidente, infezioni e altre condizioni fisiche e psicologiche.
I fattori predisponenti sono davvero numerosi sia da un punto di vista fisico sia psicologico.
E’ una malattia infiammatoria con cambiamenti nel sistema immunitario e neuroendocrino, in particolare disfunzioni del sistema serotoninergico.
Alte concentrazioni di citochine, peptidi pro-infiammatori, proteine della fase acuta, ecc, suggeriscono la possibilità di un processo infiammatorio e/o autoimmune.
Come si tratta la fibromialgia
Il trattamento della FM si basa sulle terapie farmacologiche e non farmacologiche tra cui l’esercizio fisico, la riabilitazione, la terapia cognitivo-comportamentale.
Adottare uno stile di vita fisicamente attivo può fornire molti benefici per la salute delle persone con fibromialgia.
L’esercizio fisico non migliora stabilmente la maggior parte dei sintomi, come il dolore, l’astenia e l’umore.
Tuttavia, produce miglioramenti statisticamente significativi per ciò che riguarda l’autostima, la condizione fisica, il dolore, la vitalità, l’aspetto emotivo, la salute mentale, la forza isometrica, la resistenza muscolare e l’elasticità.
La combinazione di un programma di esercizio aerobico e di tecniche di rilassamento progressivo contribuisce a migliorare il riposo notturno, l’ansia e la qualità di vita nei pazienti con fibromialgia.
Inoltre, il lavoro di forza ha dimostrato, in questi soggetti, di migliorare la clinica.
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Purtroppo, molti pazienti con questi sintomi non sono in grado di tollerare l’esercizio e possono sperimentare un peggioramento a causa dell’attività fisica. Quindi bisogna valutare con molta cautela se e come predisporre gli allenamenti con una figura professionale esperta e competente.
Con l’alimentazione non si cura la fibromialgia ma si può alleviare la sintomatologia dolorosa. Io imposto un regime nutrizionale antinfiammatorio proprio per contrastare la base infiammatoria di tale patologia.
Inoltre aiuto la persona nel controllo del peso corporeo.
Obesità e sovrappeso sono correlati alla gravità della patologia in termini di peggioramento della qualità della vita, maggiore dolore, peggiorata qualità del sonno, stanchezza e maggiore incidenza dei disturbi dell’umore.
Pertanto il controllo del peso è uno strumento efficace per migliorare la sintomatologia.
E’ indispensabile però che il peso ottimale venga mantenuto nel tempo. Inoltre, è necessario salvaguardare la massa muscolare.
Studio quindi come bilanciare l’apporto proteico giornaliero in termini qualitativi e quantitativi e come distribuirlo nella giornata per massimizzare la sintesi proteica.
A tal scopo è fondamentale anche l’apporto idrico perché la massa muscolare è costituita in gran parte da acqua.
Come nutrienti ho riscontrato grande aiuto nel magnesio.
Normalmente i pazienti affetti da fibromialgia presentano livelli di magnesio significativamente più bassi. Mentre, un livello adeguato porta a un miglioramento.
Inoltre, esso interviene nell’integrità dell’impulso nervoso e nella sintesi delle proteine quindi per una buona funzionalità muscolare.

Come agire?
Importante poi la vitamina B6 che interviene nel metabolismo degli amminoacidi e del glicogeno.
La carenza provoca disordini del metabolismo degli amminoacidi con conseguente malfunzionamento di sistemi tra cui quello che regola la funzionalità muscolare.
La vitamina D interviene nell’omeostasi scheletrica del calcio, nella modulazione della crescita cellulare, nelle azioni neuromuscolari e ha potenziale proprietà antinfiammatorie. Recenti risultati indicano che l’ipovitaminosi D è altamente diffusa nei pazienti con fibromialgia.
Richiedo quindi il suo dosaggio ematico per verificare la condizione della persona.
Purtroppo a livello alimentare si fa ben poco. Molto più utile è l’esposizione solare regolare.
Quando il deficit è consistente valuto anche l’integrazione.
Infine gli omega 3, necessari per l’integrità della membrana cellulare, per la sintesi delle prostaglandine che rivestono un ruolo biologico importante come mediatori antinfiammatori e sostengono il flusso sanguigno e la trasmissione degli impulsi nervosi.
Gli omega 3 sono presenti sia nell’ambiente animale, soprattutto nei pesci, sia nell’ambiente vegetale, soprattutto nella frutta a guscio e nei semi.
Attenzione poi ai nutrienti che peggiorano il dolore cronico.
Tra questi ci sono il glutammato monosodico (dadi da brodo, carne e verdura in scatola, salumi, prodotti congelati o liofilizzati, alcuni piatti pronti), l’aspartame (bibite light, prodotti di pasticceria e confetteria, yogurt, gomme da masticare, prodotti a ridotto tenore calorico, la caffeina (caffè, tè, cacao, mate, guaranà, coca cola) e l’acido arachidonico.
Per aiutare la persona a ricordare tutti gli alimenti pro e contro elaboro un elenco di alimenti con un semaforino in base al grado di idoneità che quel cibo ha per la persona in base a tutti i sintomi e i segni che essa porta addosso.
La fibromialgia è spesso associata alla sindrome dell’intestino irritabile.
In tal caso imposto un regime alimentare mirato per controllare anche la sintomatologia ad esso legata. Il miglioramento dei sintomi intestinali porta ad una riduzione del dolore locale e diffuso.
Infine, valuta se è necessario prendersi cura in maniera più mirata del microbiota intestinale mediante un protocollo di fermenti lattici.