La diarrea si manifesta in seguito ad una alterazione di una o più funzioni dell’intestino: secrezione, digestione, assorbimento o motilità.
E’ un disturbo del trasporto intestinale di acqua, elettroliti e nutrienti.
Si presenta con una emissione di feci di consistenza diminuita associata ad un aumento del volume o del peso quotidiano delle feci o ad un incremento della frequenza delle evacuazioni rispetto all’abitudine dell’individuo.
La diarrea può essere di quattro tipi diversi: osmotica, secretiva, essudativa e motoria. Chiaramente la nostra attenzione sarà posta su quelle caratteristiche su cui possiamo agire attraverso l’alimentazione e le modifiche dello stile di vita.
Allora rimbocchiamoci le maniche e vediamo cosa possiamo fare.
La diarrea di tipo osmotico si sviluppa per accumulo nel lume intestinale di sostanze che non vengono assorbite o lo sono solo in piccola parte.
Queste richiamano così tanta acqua che superano la capacità assorbente del colon. Si manifesta quindi la scarica diarroica.
Quali sono le cause della diarrea?
- Eccessiva assunzione di lattulosio, fruttosio, mannitolo, sorbitolo…(la lista è lunga ma non la riporto perché sono nomi che spesso non dicono niente).
- Oppure una cattiva digestione, mancanza di enzimi o ancora tutti i tipi di malassorbimento.
In questo caso una accurata anamnesi può guidare nella scelta di test specifici per identificare il deficit presente. Normalmente questo tipo di diarrea scompare con il digiuno oppure con la sospensione della sostanza malassorbita (lattosio? glutine?….) per cui è necessaria la sua conoscenza.
Test genetico per intolleranza al glutine
La diarrea secretiva si produce per alterazione dei meccanismi del trasporto mucoso degli elettroliti.
Anche qui le cause possono essere di diverso genere:
- malattie intestinale con distruzione della parete intestinale,
- resezione intestinale,
- enterotossine batteriche,
- infezioni croniche da micobatteri, funghi e parassiti, lassativi o acidi grassi e sali biliari malassorbiti, sostanza tossiche (erbicidi, insetticidi, tossine di molluschi…).
In questo caso la quantità delle feci è di gran lunga maggiore e persiste anche dopo digiuno di 48-72 ore, tranne nei casi in cui vi sia malassorbimento di acidi grassi o assunzione di lassativi.
La diarrea infiammatoria è così chiamata poiché lo stato infiammatorio causa una alterazione dell’assorbimento di acqua ed elettroliti che provoca un aumento di volume e fluidità delle feci.
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Le cause più frequenti sono la malattia infiammatoria intestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn…), infezioni da microrganismi invasivi, colite ischemica, enterite attinica, neoplasie del colon.
Test genetico per il lattosio: scopri in cosa consiste
La diarrea motoria invece si origina da una anormale motilità dell’intestino per eccesso o per difetto.
Per esempio la sindrome dell’intestino irritabile, ipertiroidismo… sono associati a una motilità intestinale talmente rapida che il tempo di digestione e assorbimento non è sufficiente per cui arrivano eccessive quantità di liquido al colon.
Al contrario, una peristalsi troppo lenta favorisce la sovracrescita batterica che provoca diarrea e steatorrea. Infine si può verificare lo svuotamento prematuro del colon per anormalità del suo contenuto, irritabilità o infiammazione.
Scopri il test per disbiosi intestinale
Con un’anamnesi accurata identifico innanzitutto la durata di permanenza in modo da distinguere una diarrea transitoria da una cronica.
Chiedo poi informazioni sulla presentazione e sul decorso, le caratteristiche delle feci, l’eventuale relazione con gli alimenti. Anamnesi familiare e sociale.
Indago quindi sulla sintomatologia associata: dolore addominale, distensione addominale, flatulenza, borborismi, febbre, calo ponderale, afte orali.
Insomma più riesco a caratterizzarla e più dettagliato e preciso sarà il percorso nutrizionale successivo.
Nel trattamento di qualsiasi tipo di diarrea bisogna sempre impedire il deterioramento dello stato nutrizionale, assicurando un apporto calorico e di nutrienti adeguato e ben distribuito durante la giornata, rimpiazzando la perdita di liquidi, vitamine e minerali.
Bisogna far fronte alla capacità digerente, ai fabbisogni nutrizionali, alla presenza di eventuali intolleranze alimentari.
In questo caso si dovrà adottare un programma di eliminazione della sostanza non tollerata che deve essere identificata con specifici test diagnostici.
E’ necessario quindi diminuire la velocità di transito intestinale mediante la moderazione della peristalsi, migliorare l’assorbimento dei nutrienti e dei fluidi, restituire o ricostruire la microflora intestinale con un protocollo di probioti studiato ad hoc per la persona.
Il piano alimentare deve poi essere accompagnato da specifiche raccomandazioni: come assumere gli alimenti sia in termini quantitativi sia qualitativi, come distribuirli nella giornata, la loro consistenza e temperatura.
Ecco come elaboro il tuo percorso nutrizionale
Per esempio, le temperature estreme stimolano la peristalsi, mentre la dieta semiliquida la riduce.
Aiuta poi evitare o diminuire la presenza di stimolanti chimici contenuti in frutta, carne, caffè, olio in eccesso, condimenti, alcool.
Indagare fino in fondo le caratteristiche della persona e il suo stato di salute permette di scegliere il percorso nutrizionale più adeguato.