Ora vi racconto come si svolge il percorso.
Infatti, bisogna conoscere tutti i dettagli per decidere consapevolmente. Se al termine della lettura avete dubbi, domande o volete approfondire qualcosa prima di prendere un appuntamento non esitate a contattarmi, sarò contenta di aiutarvi.
Tutto inizia con una prima visita.
Prima Visita
Durante il primo colloquio cerco di conoscere il più possibile chi ho davanti attraverso diversi strumenti. Innanzitutto una anamnesi clinica personale e, in caso di patologie croniche, familiare; la richiesta sull’utilizzo di farmaci e integratori, sulla descrizione di tutti i sintomi legati alla digestione e anche di tutti quei sintomi che apparentemente non hanno a che fare con il cibo come stanchezza, mal di testa, prurito, dermatiti, acne…
In realtà ogni cosa che il nostro corpo mostra è un modo per chiedere aiuto rispetto a qualcosa che dentro non sta funzionando al meglio. Si guardano poi gli esami del sangue e tutti i referti importanti qualora presenti.
Si passa quindi a qualche domanda sulla quotidianità come il tipo di attività lavorativa, se si segue una turnistica di lavoro, se si mangia a casa o fuori al bar, mense o ristoranti, o se ci si porta il cibo da casa… Insomma tutto ciò che è importante per capire quotidianamente come vengono svolti i pasti in modo da studiare e proporre soluzioni fattibili e sostenibili.
Si esamina insieme la parte relativa allo sport, se viene svolto, il tipo di attività fisica e la frequenza di allenamento. Eventualmente lo svolgimento di competizioni, loro durata e frequenza.
Si passa quindi all’anamnesi all’alimentare: pasti svolti, alimenti più o meno graditi, abitudini personali, familiari e conviviali, vizi e stravizi… Il desiderio in questo caso non è quello di privare, ma di mettere ordine in modo che il corpo e la mente stiano bene togliendosi anche qualche sfizio di tanto in tanto. Comunque fra un po’ vi racconto bene come è costruita la dieta.
Si prendono poi le misure antropometriche con bilancia, metro e adipometro in modo da avere il peso, i centimetri delle varie circonferenze corporee e i millimetri di grasso corporeo in 7 punti del corpo, la percentuale di massa grassa e massa magra e lo stato di idratazione. Su richiesta, è possibile anche la valutazione dello spessore e della salute dei muscoli mediante l’utilizzo dell’adipometro.
Insieme si decide l’obiettivo da raggiungere in termini di benessere, sintomatologia e peso qualora ci fosse anche questa esigenza. Non credo nel peso ideale. Ma in base alla storia della persona e allo stato psicofisico attuale si decide un peso sostenibile. Purtroppo a volte si raggiungono pesi troppo bassi, che sicuramente danno soddisfazioni, ma che durano troppo poco.
Infatti se il peso è troppo basso, è veramente tanto difficile mantenerlo nel tempo e per la nostra salute è quasi meglio tenersi qualche chilo in maniera duratura, piuttosto che raggiungere chissà quale grande traguardo per qualche breve attimo.
Nel recupero dei chili è sempre molto difficile fermarsi prima che sia troppo tardi e questo yo-yo è un gran lavoro per il nostro organismo che deve adattare la funzionalità di ogni organo prima ad un peso e poi ad un altro.
Si esegue quindi il tampone buccale per il test del DNA e/o il prelievo per il test Healthy Gut + Dysbio.
Infine si stabilisce insieme se effettuare dei controlli e con quale frequenza oppure se essere seguiti a distanze con le modalità più comode e di aiuto per la persona. In tutti i casi le visite di controllo non sono mai obbligatorie ma vogliono essere un aiuto concreto al percorso. Quindi se una persona riesce a gestirsi in autonomia e non riscontra particolari problemi, si può arrivare ad obiettivo senza effettuare alcuna visita di controllo, ma semplicemente mandando aggiornamenti sui risultati ottenuti in termini di benessere e di peso.
La visita ha una durata variabile tra i 30 e i 45 minuti.
A due-tre settimane dalla visita arrivano tutti gli strumenti per iniziare il percorso nutrizionale.
Tutto questo può essere anche effettuato a distanza mediante una visita on-line con opportune specifiche di svolgimento che trovate nella sezione dedicata.
Visita di Controllo
Anche in questo caso si può svolgere di persona o a distanza. Di seguito vi descrivo ciò che accade in studio
.La visita di controllo serve per fare il punto della situazione in termini di gestione e gradimento del piano alimentare, di benessere, di peso e di misure corporee.
Quindi si analizza insieme come sono andati i pasti e se c’è qualcosa da modificare per facilitare la quotidianità o per assecondare un cambiamento nelle abitudini (banalmente si cambia molto dall’inverno all’estate). Oppure si è percepito la mancanza di qualche cibo o di pasti a cui inizialmente non si era prestato attenzione.
Si riguardano insieme tutti i sintomi, segni, esami e referti raccolti nella prima visita per verificare quale cambiamento sta apportando sul corpo il percorso intrapreso. Si riprendono tutte le misure. In base a quanto raccolto si decide se e come modificare il percorso.
La visita ha una durata di 30 minuti.
Dieta di Mantenimento
La visita di controllo con le caratteristiche appena descritte può essere effettuata durante il percorso come aiuto per procedere oppure può essere quella di fine percorso per impostare la dieta di mantenimento, uno schema studiato apposta per stabilizzare il peso ottenuto e mantenerlo nel tempo.
Una delle domande più frequenti a questo punto è: “Ma devo stare a dieta tutta la vita?”
Secondo me la vera vittoria si raggiunge non appena quando si è visto un certo numerino sulla bilancia, ma quando ci si rieduca a mangiare.
Infatti durante il nostro cammino avremo la possibilità di conoscere meglio il corpo, come funziona e come reagisce a determinati pasti, combinazioni di alimenti e cibi specifici. Cosa fa stare meglio e cosa peggio. Cosa da più energia e cosa meno. Cosa fa sentire più a proprio agio con se stesso e cosa meno.
Una volta che si è capito tutto questo e si è imparato a gestirli nella quotidianità perché si dovrebbe aver voglia di tornare indietro?
Solo perché non si può più mangiare come e quando pare?
Innanzitutto c’è il modo di consumare tutti gli alimenti semplicemente studiando la frequenza e la quantità che il corpo riesce a gestire senza fastidi a meno che non si tratti di allergie.
E poi se l’ordine che si è imparato aiuta a stare bene perché abbandonarlo? Anche in questo caso è interessante capire insieme quali sono i motivi in modo da poterli gestire adeguatamente.
Piano Alimentare
Guardiamo nello specifico gli strumenti che accompagnano il percorso.
Anzitutto il piano alimentare.
Esso è costruito su una settimana, che viene divisa in giorni. Quindi giorno per giorno viene descritto cosa consumare in ogni pasto.
All’interno dei pasti sono proposte combinazioni di alimenti senza pesi né misure. Combinazioni che possono essere gestite come si vuole, ossia creando un unico piatto o più portate anche a seconda di quel che si è abituati. L’importante è non aggiungere né togliere rispetto a quanto proposto.
Sono segnati ingredienti e non piatti pronti che possono essere preparare a piacimento. Infatti condimenti, alcolici, spezie, erbe aromatiche e modalità di cottura (ad eccezione della frittura) sono tutti liberi.
Facciamo un esempio: se è presente la combinazione CARNE BIANCA + VERDURE e si hanno tre minuti per mangiare, si apre una confezione di fesa di pollo, si sbucciano due carote e il pasto è fatto.
Se si ha il tempo di cucinare potrebbe essere invece un pollo alla birra, un coniglio alla cacciatora, degli straccetti di tacchino, un pollo al girarrosto o dei bocconcini di pollo al curry tutto accompagnato con una o più verdure. In fondo è stato sempre utilizzato un tipo di carne bianca cambiando semplicemente condimenti, spezie, modalità di cottura.
O ancora se si ha PASTA + CARNE ROSSA + VERDURA, potrebbe essere una pasta al ragù e melanzane oppure una pasta alle zucchine e per secondo uno spezzatino con le verdure. Questo perché abbiamo detto che, a patto di utilizzare gli stessi ingredienti, è possibile preparare una portata unica o più portate.
Il piano alimentare è bilanciato, equilibrato e non restrittivo. Infatti durante la visita vengono chiesti anche tutti i vizi e stravizi in modo da trovare un giusto posto per loro durante la settimana.
Mappa Alimentare
La Mappa Alimentare racchiude un giudizio di idoneità su 280 alimenti definito in base alle caratteristiche cliniche, fisiologiche e genetico-metaboliche della persona.
Tutto di noi è fondamentale per definire se un alimento fa bene oppure no.
Conoscendo il grado di idoneità si può capire con quale frequenza e in quale quantitativo esso può essere utilizzato.
La Mappa Alimentare si presenta quindi come un lungo elenco di alimenti divisi per categoria (alimenti colazione, cereali, carni bianche, rosse, pesci, legumi…), con accanto un numero e un colore.
Il numero si riferisce al grado di idoneità, più si avvicina al 100 e maggiore la bontà dell’alimento per la persona. Il numero deriva appunto da un algoritmo matematico dove vengono prese in esame almeno 130 caratteristiche nutrizionali del cibo in esame e tutte le informazioni raccolte sulla persona.
Il colore riportato accanto è anch’esso legato al grado di idoneità e vuole essere una semplificazione nella lettura della Mappa Alimentare. Infatti, i numeri sono divisi in range a cui è affidato un colore: verde identifica i cibi che possono essere consumati con frequenza e quantitativo abituale; gialli frequenza abituale, ma leggermente ridotti nel quantitativo; rosso e marrone ridotti sia nel quantitativo sia nella frequenza. In tutti i casi non si parla mai di eliminazione totale dell’alimento a meno che esso non causi reazioni allergiche precedentemente definite. Infatti, il test del DNA non è un test allergologico, ma metabolico.
Quindi da indicazioni su come l’alimento viene gestito a livello metabolico e non la reazione che esso provoca sul sistema immunitario scatenando una risposta allergica.
Una domanda frequente è se la Mappa Alimentare cambia nel tempo. Essa è definita a partire dalle informazioni genetiche, cliniche e fisiologiche della persona. Quindi a livello genetico, cambia se vengono analizzati nuovi geni. Per esempio inizialmente si analizza solo il gene FTO per avere informazioni sul metabolismo generale.
Dopo qualche anno si ha insorgenza di sintomi riconducibili all’intolleranza al lattosio e quindi si fa un altro test genetico in cui si analizza LCT, il gene che codifica per l’enzima lattasi responsabile della digestione del lattosio. Se questo risulta positivo si ha una nuova informazione genetica da tenere in considerazione.
Se non si effettuano ulteriori test su altri geni, l’informazione genetica sullo stesso gene rimane invariata nel tempo e quindi anche la Mappa Alimentare. Viene poi presa in considerazione la situazione clinica e fisiologica della persona.
Quindi se si ha insorgenza di una nuova patologia cronica o di nuovi sintomi o introduzione di nuove cure farmacologiche, è necessario aggiornare la Mappa Alimentare. In tal caso non viene effettuato il test del DNA, ma solo effettuata nuovamente l’anamnesi mediante una visita di controllo in studio oppure on-line. Di conseguenza cambia il grado di idoneità degli alimenti.
Ultimo caso che può far cambiare la Mappa Alimentare, ma non è così frequente, sono le scoperte scientifiche. Quindi se si verifica un’importante scoperta, per rigore scientifico vanno rivalutati tutti gli algoritmi e le caratteristiche prese in considerazione nel processo di calcolo del grado di idoneità. In tal caso verrete avvisati. Ma è una condizione davvero molto rara.