La tipizzazione HLA è un test di suscettibilità che valuta la predisposizione di un individuo a sviluppare sensibilità al glutine.
In base all’eventuale presenza di fattori di rischio – DQ2/DQ8, si può sfociare in malattia celiaca.
Il glutine, composto da gliadina e glutenina, è un complesso proteico con sequenze amminoacidiche che il nostro sistema digestivo non riesce a processare per mancanza di enzimi specifici.
Per questo motivo arrivano integre ai villi intestinali dove aumentano l’increzione di zonulina, aprono le giunzioni tra cellula e cellula e stimolano l’attivazione immunitaria.
La positività ad almeno uno dei due aplotipi è rintracciato nel 40% della popolazione mondiale, ma solo il 3% sviluppa malattia celiaca.
Al contrario l’assenza delle stesse rende del tutto improbabile lo sviluppo della malattia.
Gli aplotipi a rischio sono DQ2.5, DQ2.2, DQ8 che possono essere in combinazione fra loro o in combinazione con aplotipi non a rischio (DQ4, DQ7).
Il morbo celiaco è una malattia multifattoriale con fattori di suscettibilità ambientali e genetici.
E’ una patologia immuno-mediata con formazione di anticorpi specifici (anticorpi anti-transglutaminasi e anti-endomisio, rintracciati con esame ematico).
Il test genetico per intolleranza al glutine è particolarmente interessante per quel 37% di persone positive che non svilupperanno mai la malattia celiaca.
Infatti, essi, in seguito all’assunzione di glutine, hanno manifestazioni intestinali, quali meteorismo, dolori addominali, diarrea, stipsi, alvo alterno, e/o extra-intestinale con sonnolenza, stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione, annebbiamento mentale, depressione, anemia, cefalea, rash cutanei e artromialgie.
Tuttavia, queste persone risultano negative all’esame ematico per la ricerca degli anticorpi tipici della celiachia.
Questa condizione clinica è definita sensibilità non celiaca al glutine (NGSC) con risposta anticorpale aspecifica.
Si sviluppa per processi infiammatori intestinali con allargamento delle giunzioni serrate dell’intestino e il passaggio di macromolecole che si riversano in circolo e che portano alle problematiche appena accennate.
Il test è di semplice esecuzione.
Viene effettuato in ambulatorio durante la visita nutrizionale per mezzo di un tampone buccale che viene strofinato sulla mucosa della guancia.
Questo permette la raccolta delle cellule di esfoliazione che portano il nostro patrimonio genetico. Spedito in laboratorio, il campione può essere adeguatamente analizzato.
In base al risultato genetico è possibile costruire un piano dietetico adeguato con netto miglioramento di tutte le manifestazioni cliniche.