La carie dentale è una tra le patologie infettive più diffuse al mondo e colpisce soprattutto in età pediatrica. E’ una malattia di origine batterica che danneggia i tessuti dentali.
Cosa accade in bocca per cui si verifica tale processo?
I microrganismi cha causano la carie dentale sono i medesimi che costituiscono la fisiologica flora batterica della cavità orale.
Quindi Streptococcus, nelle diverse varietà, e Actinomyces, che normalmente abitano nella nostra bocca e che ad un certo punto si ribellano a noi.
Producono polimeri di glucosio, che insieme ai batteri, alle proteine di origine salivare e alimentare e ai lipidi, formano una pellicola che aderisce allo smalto dando origine alla placca dentale.
Questa fissa i batteri sui denti e fornisce un ambiente povero di ossigeno che favorisce la fermentazione da parte dei microrganismi.
La produzione di acidi organici risultanti dalla fermentazione dei carboidrati, abbassa il valore di pH della superficie del dente fino a 4,5.
Purtroppo a tale valore la saliva non è in grado di esplicare più la sua funzione tampone protettiva e avviene la dissoluzione dello smalto.
Affinché si verifichi la formazione di una carie dentale sono necessari però più fattori: la suscettibilità del dente in parte dovuta a fattori genetici; l’ambiente orale, il tipo di flora orale.
E’ infatti necessaria una elevata concentrazione di Streptococcus mutans e Lactobacillus, produttori di acidi. Non tutte le placche batteriche hanno uguale potenziale patogenetico. Un altro fattore importante è rappresentato dalla struttura dello smalto.
Infatti la resistenza alla dissoluzione acida dipende dalla composizione chimica e dal grado di mineralizzazione dello smalto.
Lo ione fluoruro rinforza lo smalto formando un composto più resistente all’attacco. Infatti spesso la prevenzione si basa su una integrazione mirata di questo minerale.
Vi è poi la saliva. Infatti essa ha una funzione meccanica di trascinamento e detersione degli alimenti e della placca dentale. Per il suo contenuto in sali alcalini esercita un’importante azione tampone degli acidi prodotti dai batteri.
Si comporta come un sistema antimicrobico e immunitario grazie alla presenza nella sua composizione di lisozima, perossidasi e anticorpi IgA.
Tuttavia esistono vari eventi che portano ad una diminuzione di secrezione salivare con conseguente maggiore suscettibilità al processo di formazione della carie.
Ci sono infine l’igiene orale su cui non mi soffermo perché lascio la parola agli specialisti del settore, e la nutrizione. E qui mi addentro nel mio campo.
Inanzittutto occhio agli zuccheri. I principali sono il glucosio, il fruttosio, il maltosio, il lattosio e il saccarosio. Quest’ultimo è quello con la maggior capacità cariogena.
E come se non bastasse, è anche quello più comunemente utilizzato.
Quando viene consumato all’interno di un pasto, i danni vengono limitati grazie all’azione di detersione meccanica della saliva e dei restanti alimenti.
Quindi è più pericoloso quando utilizzato tra un pasto e l’altro. Inoltre, esso è più cariogeno nelle forme adesive.
La fonte alimentare di saccarosio dovrebbe essere la frutta fresca e non i succhi di frutta che inducono una minore secrezione salivare. La frutta essiccata (albicocche, prugne…) è più cariogena per l’elevata concentrazione in zuccheri dovuta alla disidratazione.
Attenzione anche agli snack composti da amidi poiché al loro interno nascondono saccarosio nonostante il gusto salato.
E proprio il sapore fuorviante fa sì che non vengano associati al rischio di sviluppare carie.
Inoltre, quelli duri possono causare fratture dentarie o ferite nelle gengive e nel palato.
Altra fonte di zucchero da non sottovalutare sono le bibite gassate.
E se stai tirando un sospiro di sollievo poiché utilizzi quelle senza zucchero, diffida lo stesso dal loro utilizzo poiché possiedono acidi molto aggressivi, capaci di degradare lo smalto dentale a lungo termine.
Il lattosio del latte è invece poco cariogeno. Inoltre, il latte contiene anche calcio e fosforo che rinforzano lo smalto.
Dopo lo zucchero poniamo l’attenzione sull’amido.
Il suo potere cariogeno sembra essere affidato non tanto alla composizione chimica quanto alla consistenza. Infatti gli alimenti ricchi in amido hanno maggiore adesività.
Per quanto riguarda i dolcificanti artificiali, il sorbitolo e il mannitolo sono fermentescibili a bassa velocità e pertanto sono poco cariogeni. Lo xilitolo, l’aspartame, la saccarina e l’acesulfame K non sono cariogeni perché non vengono attaccati dai batteri.
Il ruolo che possono esercitare le vitamine e i minerali nello sviluppo della carie non è stato sufficientemente provato.
Probabilmente il rischio è ridotto da:
- calcio (acqua calcica, latte e derivati, frutta secca, verdura a foglia verde e legumi, se vi state chiedendo dove lo trovate),
- magnesio (cereali integrali, fagioli e piselli, frutta secca, datteri, cacao),
- litio (acqua, frutta e verdura),
- molibdeno (latte e derivati, lievito di birra, cacao, germe di grano, ortaggi, in particolare i vegetali a foglia verde scuro, le uova, i legumi e i cereali integrali)
- boro (mele, arance, uva rossa, pere, prugne, kiwi, uva sultanina e datteri, ribes, avocado e frutta secca, pomodori, olive, cipolle, patate e legumi).
Al contrario, è favorito da rame, contenuto in crostacei e molluschi, frattaglie, cacao e cioccolato, semi oleosi e frutta secca, il germe dei cereali, fagioli e lenticchie e il lievito di birra, e piombo. Quest’ultimo lo troviamo in tè, caffè, cereali e derivati, verdure e ortaggi, crostacei e molluschi.
Tuttavia il tè contiene anche fluoro che rafforza la struttura dello smalto e polifenoli con azione antibatterica. Attenzione alla tintura che lascia sui denti così come anche tisane e vino rosso. Il loro utilizzo deve quindi essere seguito da una accurata igiene orale.
Per quanto riguarda le vitamine, la D è la chiave per la mineralizzazione dei tessuti duri.
Ricordiamo che l’80% della Vitamina D proviene dalla esposizione solare, mentre il restante 20% lo assumiamo con pesci e formaggi grassi.
In particolare, i formaggi sono anche protettivi per la presenza di caseina che ha una capacità di remineralizzazione del dente.
I migliori sono quelli duri poiché, richiedendo un processo di masticazione più lungo, stimolano una maggior produzione di saliva.
Questo in realtà succede con tutti gli alimenti che necessitano di una maggiore masticazione come verdura cruda o leggermente cotta in modo che mantenga la croccantezza, e la frutta di consistenza dura.
Essi hanno anche un effetto di lavaggio sulla placca batterica, pulisce i denti e aiuta a mantenere le gengive sane.
Se vogliamo giocare in via preventiva con l’alimentazione, bisogna iniziare da una adeguata nutrizione materna. Durante la gestazione è necessario evitare ipocalcemia che danneggiano la formazione della dentizione decidua.
Successivamente limitare i prodotti dolci soprattutto tra i pasti e gli alimenti di consistenza adesiva e viscosa. In particolare, essi devono essere limitati prima di andare a dormire perché durante il sonno diminuisce il flusso salivare.
Limitare prodotti acidi (agrumi, aceto, vino bianco…) che contribuiscono alla dissoluzione dello smalto. I vomiti e i rigurgiti cronici provocano erosione dentali.
Altro elemento a cui prestare particolare attenzione è l’alcool in generale poiché disidrata la bocca e riduce la capacità difensiva della saliva.
Di contro, beviamo tanta acqua poiché stimola la salivazione. Infatti, se il nostro corpo non è ben idratato, tende a produrre un quantitativo inferiore di saliva perdendo così parte della sua protezione.